Il letto di Odisseo e Penelope
Odissea, libro ventitreesimo
Penelope mette alla prova Odisseo. Ordina a Euriclea (la
nutrice) di portare il letto nuziale fuori dalla stanza, ma ciò è impossibile
perché il letto è intagliato in un albero di ulivo e non può quindi essere
spostato. Penelope vuole verificare se l’uomo che le sta di fronte conosce
questo segreto.
La prova del letto nuziale
Orsù,
Euriclèa, stendigli il solido letto
fuori
del talamo ben costruito che fece lui stesso;
portate
fuori il solido letto e gettatevi sopra il giaciglio,
pelli
e coltri e coperte lucenti».
Disse
così per provare il marito; e Odisseo,
sdegnato,
disse alla moglie solerte:
«Donna,
è assai doloroso quello che hai detto.
Chi
mise altrove il mio letto? sarebbe difficile
anche a
chi è accorto, se non viene e lo sposta,
volendolo,
un dio in un luogo diverso, senza difficoltà.
Nessun
uomo, vivo, mortale, neppure giovane e forte,
lo
smuoverebbe con facilità: perché v’è un grande segreto
nel
letto lavorato con arte; lo costruii io stesso, non altri.
Nel recinto cresceva un ulivo dalle foglie
sottili,
rigoglioso, fiorente: come una colonna era
grosso.
Intorno ad esso feci il mio talamo, finché lo
finii
con pietre connesse, e coprii d’un buon tetto
la stanza,
vi apposi una porta ben salda, fittamente
connessa.
Dopo, recisi la chioma all’ulivo dalle foglie
sottili:
sgrossai dalla base il suo tronco, lo piallai
con il bronzo,
bene e con arte, e lo feci diritto col filo,
e ottenuto un piede di letto traforai tutto
col trapano.
Iniziando da questo piallai la lettiera,
finché la finii,
rabescandola d’oro e d’argento e d’avorio.
All’interno tesi le cinghie di bue,
splendenti di porpora.
Ti
rivelo, così, questo segno. Donna,
non so
se il mio letto è fisso tuttora o se un uomo,
tagliato
il tronco d’ulivo alla base, altrove lo mise».